L'associazione di categoria degliautotrasportatori di merci su strada per conto terzi chiede al M5S,
in particolar modo al Vice Presidente della IX Commissione Trasportidella Camera dei Deputati, che si prenda atto delle seguenti
problematiche del settore:
- Costi minimi sulla sicurezza
- Controlli sulla circolazione
- Cabotaggio stradale internazionale
- Tempi di pagamento
- Aziende senza veicoli
Impegnando la classe politica a trovare
soluzioni concrete per il rilancio del settore.
Costi minimi sulla sicurezza (ex Art.83bis L133/08)
Sono la base di partenza al di sotto
dei quali un'azienda di trasporto non dovrebbe effettuare trasporti,
questo per un semplice motivo, al di sotto di questi indicatori è
certo che non si sta effettuando la corretta manutenzione agli
automezzi, oppure non si sta dando la giusta retribuzione al
personale viaggiante, o ancora non si stanno pagando tutte le tasse e
i contributi dovuti.
D'altra parte però la committenza si è
sempre detta contraria a questi parametri arrivando a fare azioni di
contrasto anche in sede Europea, poiché non sarebbero in grado di
sostenere questo aggravio di costi aggiuntivi.
E' anche vero però, che la categoria è
troppo frammentata e le aziende troppo piccole per realizzare
economie di scala utili alla competitività.
Secondo noi un rilancio del settore
passa attraverso i costi minimi sulla sicurezza, a patto che le
associazioni di categoria facciano un operazione seria, divulgativa e
culturale per fare in modo che le aziende di trasporto si aggreghino
mettendosi in rete. In questo modo siamo sicuri che si riescano ad
abbassare i costi di ogni singola azienda di trasporto di merci per
conto terzi.
Una volta fatto questo la Committenza
con spirito collaborativo deve mettersi a disposizione per sradicare
il fenomeno del trasporto sottocosto, accettando di mettere a
disposizione i propri dati.
Controlli sulla circolazione
Contrastare i fenomeni di illegalità
diffusa. Sappiamo benissimo che i controlli a campione servono solo
ad alimentare la percezione in chi opera con questa modalità che
riesca sempre a farla franca. Si ritiene che la prevenzione e la
trasparenza siano il miglior modo per evitare problemi più grossi
dando modo a chi, operando nel rispetto della normativa desidera
differenziarsi rispetto a chi invece non lo fa. Le associazioni di
categoria anche qui possono fare un'operazione divulgativa e
culturale per far comprendere ai propri associati che devono rendere
disponibile a tutti i soggetti interessati i dati sulla manutenzione
ordinaria e straordinaria della propria flotta. Possiamo considerare
questa soluzione come un'implementazione tecnologica del sistema
delle revisioni obbligatorie.
Riteniamo che gli enti preposti al
controllo debbano essere messi in condizione di operare con il minimo
dispendio di energie e costi.
Cabotaggio stradale internazionale
Il cabotaggio è un fenomeno che arriva
dal passato, prende infatti nome dal navigatore italiano Giovanni
Caboto nel nostro caso per cabotaggio stradale s'intende la
possibilità di un vettore straniero di effettuare trasporti sul
territorio nazionale In merito si veda il Regolamento Comunitario3118/93 e successivi (484/2002),
recentemente il Consiglio Europeo ha preso tempo per valutare le
problematiche connesse alla liberalizzazione del cabotaggio stradale
vista la contrarietà di diversi paesi membri.
Il problema
che emerge immediatamente, anche a seguito della
DirettivaBolkestein, è l'enorme differenza dei costi di trazione tra stati
membri. Non a caso molte aziende italiane, per essere più
competitive sono andate ad aprire filiali in Romania visto il basso
costo orario degli autisti, re-immatricolando i mezzi e facendo
trasporti in Italia a scapito delle aziende italiane che operano sul
territorio con costi nettamente maggiori.
Questo è un problema gravissimo che
come al solito deve essere regolamentato.
A nostro avviso però bisogna cercare
di costruire piuttosto che arrivare allo scontro. Il cabotaggio,in
ottica d'impatto ambientale è una cosa positiva, infatti, per esempio se un
autocarro spagnolo (o rumeno) viene in Italia carico anziché farlo rientrare vuoto
o parzialmente carico al proprio paese, lo si potrebbe usare al massimo della sua capienza per non dover ricorrere all'uso di un ulteriore autocarro. Sarebbe opportuno usare
questa risorsa, senza sprecarla per inviare delle merci.
E' una logica win-win, a conti fatti ci
guadagnano tutti, il vettore straniero che ottimizza, il vettore
italiano che cede un trasporto in sub-vezione (circolare 17/2012 del ministero del Lavoro e delle Politiche sociali), avendo un guadagno
puro poiché non impegna le proprie risorse e anche la collettività
con una diminuzione delle esternalità negative.
Sappiamo che la liberalizzazione del
cabotaggio stradale prima o poi verrà realizzata, a nostro avviso
c'è solo un modo, da parte delle aziende italiane, di non subire
questo colpo, ovvero fare rete con i vettori stradali di tutta
europa, facendo in modo che ci sia un equilibrio privilegiando
l'ottimizzazione dei viaggi di questo o di quel vettore compensando i
viaggi attraverso una sorta di baratto multilaterale di debiti e
crediti (una volta viaggia il vettore italiano, un'altra viaggia
quello straniero, in rete).
Tempi di pagamento
Nel settore del trasporto di merci su
strada la L. 127/2010 parla chiaro, bisogna pagare entro i 60giorni,
in questo modo in vettore può anche versare l'iva alo Stato visto
che l'autotrasporto di merci per conto terzi versa ogni trimestre a
differenza di tutti gli altri.
Qualcuno ha ipotizzato anche di pagare
il trasporto in anticipo, noi non siamo dello stesso avvisto per non
gravare sulla committenza, anch'essa colpita dalla crisi.
Il problema non sta nel pagamento, il
problema sta nel punire chi non lo rispetta, ma anche chi non lo fa
rispettare. In questo sono colpevoli sia i Committenti che i Vettori.
Era stata proposta una sorta di black
list pubblicata dall'Agenzia delle Entrate,
ma a nostro avviso è ancora troppo poco per contrastare
l'illegalità.
D'altro canto bisogna tenere conto
anche le esigenze della Committenza. Se gli autotrasportatori,
attraverso le associazioni di categoria, saranno in grado di fare
rete, anche in termini di cabotaggio, riusciranno ad abbattere parte
dei costi, venendo incontro alla Committenza.
Dall'altra parte il legislatore non
avrà più scuse per dimostrare la severità necessaria nel far in
modo che tutti rispettino la Legge.
Aziende senza veicoli
Sono un'aberrazione del mercato com'è
possibile che nell'Albo autotrasportatori ci siano quasi 50.000
aziende che non hanno neanche un veicolo e che, grazie
all'intermediazione riescano a realizzare enormi fatturati, togliendo
risorse ai vettori regolarmente iscritti con veicoli.
Nel Piano Nazionale sulla Logistica si
era arrivato a parlare di cancellazione d'ufficio, noi siamo per una
linea più morbida, dando tempo (max 24 mesi) a queste aziende di
entrare in rete con chi ha veicoli (rete, non sub-vezione), trascorso
tale periodo, per chi non avrà ottemperato a tale regola verrà
cancellato dall'albo senza possibilità di appello.
Data la tematica assai spinosa questo
ultimo punto è da approfondire con altri esperti del settore.
Citt. Ivan Catalano
Gaetano La Legname
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